Piero Litaliano, “il poeta che andava a cena sulle stelle”
La mia generazione non sa molto di Piero Ciampi, un vero “maledetto” prima ancora che poeta e cantante. Ok, ok: io non so molto di Piero Ciampi. La prima volta che ne udii parlare fu quando accusarono Zucchero di avergli copiato un verso. Che faceva – se non erro – così: “Il sole, radioso al tramonto, salì sulla luna, e dietro una tendina di stelle, se la chiavò.”
Ora che sono passati svariati anni, che in quanto a Zucchero stiamo a dieta, che lui però non ha perso il copy-vizio, che Piero Ciampi non c’è più da parecchio, mi imbatto in un gran bel pezzo di Cesare G. Romana su Il Giornale dei giorni scorsi, proprio su Piero Litaliano, pseudonimo del Ciampi quando faceva la fame (però bohemien) all’estero.
Ripubblicato dal Foglio di ieri, non l’articolo non mi risulta online in nessun posto. Io il testo elettronico l’ho recuperato per percorsi miei tortuosi. Non ha senso postarlo qui. Facciamo così: chi lo vuole, me lo chieda via mail e glielo spedisco, ché è un’ottima lettura.
Io intanto cerco il signor Romana per ringraziarlo di avermi tappato una lacuna e per chiedergli il permesso di tapparne altre qui in giro.