21 anni, 4 mesi, 8 giorni …

21 anni, 4 mesi, 8 giorni

Era parecchio tempo che non si vedevano tanti tricolori in giro.

Quell’altra volta si vinse. E parecchio.

Ora si perde. E assai.
E in entrambi i casi salta fuori l’orgoglio nazionale, lo spirito patrio, il tricolore.

Che per noi di queste generazioni e di queste idee non ha mai significato molto. Ma se salta fuori deve avere da qualche parte il suo perché.
E da domani si può tornare, per chi ne ha voglia, a dire di pace/guerra, ONU/USA, umanitario/bellico, resistenza/terrorismo, arcobaleno/tricolore.

E voi che state in fila in piazza, anche se stavolta non avete fatto ciao con la manina, sì voi, si vede che bordeggiate verso i giornalisti per finire dentro un tg. E voi giornalisti che cercate la ggente, che dirvi a voi? Che è un lavoro sporco ma qualcuno deve pur farlo?

E comunque ora basta, direi. Risparmiateci il seguito. Lasciate che quello che accade da ora sia davvero un fatto privato.
Che è un funerale di una settimana, questo. E di migliaia di chilometri.




3 Comments on “21 anni, 4 mesi, 8 giorni …

  1. uffa, mi hai fatto fare i conti! 10 luglio 1982, italia-germania 3-1, pertini sorridente che dice a juan carlos “non ci prendono più”, tardelli che urla al cielo la sua passione, e martellini che ci incorona 3 volte campioni del mondo.
    io avevo una vescica sulla gamba sinistra, per una scottatura fatta salendo sulla moto di un amico la sera di italia-brasile. ne porto ancora le stimmate.
    ieri invece ho sistemato meglio sul davanzale la bandiera della pace, la sola che possiedo, e che sta prendendo vento sole pioggia e nebbia da febbraio. ho deciso che resterà fino a quando le guerre finiranno (o fino a quando il vento finirà lei). ciao burp, alessandra

  2. quando è successo l’attentato mi ha lasciato scossa, e di molto. Turbata e commossa. Giornata da groppo in gola, sul serio. Ma a mano a mano che i giorni passavano, non so, cresceva una sorta di disagio e ieri è davvero diventato inquietudine. La sensazione è che comunque ti vogliano anche dire per cosa sdegnarti e per cosa piangere. Il dolore, la pena, la paura la stabiliscono loro, con le loro regole. Questo è “l’evento”, va bene? Il lutto più grande, la commozione più sentita, le vittime più innocenti. E’ già tutto stabilito, adeguati. E se sei bravo puoi anche farti riprendere.
    alessandra (un’altra)

  3. … mi corre l’obbligo di specificare che possono commentare anche le persone che non si chiamano esattamente Alessandra. ,-) // zio burp (un altro però)

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