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adv: memorie di uno spermino estinto

Modella o non modella, io fecondo la più bella

Dello spermino di Fastweb e della sua campagna bloccata dallo IAP, avevamo accennato qui. Dopo qualche settimana, all’uscita delle motivazioni della sentenza, non c’è molto di nuovo da dire: mancanza di rispetto per la donna ed evocazione di un’inseminazione senza consenso sono i motivi principali della bocciatura. Laura Basili, direttore comunicazione Fastweb commentando la sentenza (leggo da Italia Oggi di qualche giorno fa) nega di aver voluto creare un’antitesi brutto/bello e sottolinea di non aver utilizzato come obiettivo dello spermino trasfuga, “un soggetto femminile paragonabile a una modella” (??!?).
Tutto il resto ci quadra: l’azienda che “rischia” una pubblicità ardita, scommettendo sulla risposta del pubblico e sull’eco sui media (contro la tempestività di un’eventuale sanzione), le lacrime di coccodrillo postume a sanzione avvenuta (lacrime temperate dalla crescita di notorietà della marca: +5%). Insomma è tutto secondo la tradizione. Tranne che la signora Basili voglia prendersi gioco della nostra intelligenza (e dei nostri ormoni), perché pareva ovvio che la scelta dello spermino fosse guidata da un criterio estetico netto (e anche condivisibile).
E proprio qui, dentro questa scelta, stava uno dei nodi che lo IAP ha sciolto. Cassando.



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