Tv, nuove serie”The L Word”*: W il…

Tv, nuove serie
“The L Word”*: W il triangolino che CI LE esalta
Interno giorno. La bionda appena alzata osserva una specie di termometro. Sorride, chiama la bruna ex Flashdance: Ho l’ovulazione, le fa. Bacio, facciamo un bambino, presto.

Così comincia “The L World”, dove la L sta per Lesbian e il World è Los Angeles. Infatti è un po’ diverso da qui. Naturalmente l’occhio (maschile, direi) vuole la sua parte: infatti nessuna delle protagoniste supera la 44, nessuna è normalmente anonima, nessuna gaya lesbiana ha modi o zazzere maschili. Sono tutte minimo carine, alcune sono dannatamente belle.

Poi la coppia fa un salto dallo strizza dei vip, ma se ne va schifata di fronte alle sue avvertenze, poi vanno dal donatore designato, un artista, che si spippetta dietro un telone, ma poco dopo la scienza rivela l’inerte inutilità del di lui seme e le ragazze sono da capo.

Non tutti sono gay ovviamente. C’è anche la etero carina con ambizioni letterarie, nuova del posto, fidanzata con una specie di Kevin Bacon, che prima sluma l’intimità delle vicine in piscina, poi scambia libri, occhiate umide e infine si lascia estorcere pure qualche bacio da Marina (il mio “dannatamente” di cui sopra), la padrona del Planet, locale-ritrovo di tutta l’allegra L-combriccola.

Ma c’è anche una tennista gay (simil Mauresmo?), un cunnilingus interruptus sul lettino della ginecologa preposta all’inseminatio, un lieto passaggio di comitiva di padri gay con al collo relativi infanti marsupiati, c’è Pam Grier che canta coi Neville e seduce pulotti, c’è la tipa che spezza il cuore a tutte, c’è la giornalista frivola che scrive di cosmetici e cazzabubole, c’è il gay che fa da pubblico paravento alla tennista.

E poi una serie di uomini etero – tutti artisti che diamine – che, sebbene lusingati, rifiutano di rilasciare il seme per ingravidare la bionda. E sembrano gli unici personaggi credibili (normali direi) di tutta la storia.
Poi c’è la macchietta finale, l’artista francofono che parla come la panteraros, accetta di donare ma pretende di copulare che lui un figlio poi lo molla pure qua e là nel mondo chisseneimporta ma – parbleu – per farlo lo fa solo come dio comanda, “con pisello e passera”, altro che contenitore. Le ragazze lo sfanculano e qui parte la sigla.
Insomma, diffidate di chi scrive cose tipo “la risposta gay a Sex and the city”. Almeno per ora.

* mi sono accorto che non sono l’unico ad aver scritto “The L World” invece di “The L Word”. Quindi correggo solo il titolo.









7 Comments on “Tv, nuove serie”The L Word”*: W il…

  1. ehi amico, guarda che queste del post cercavano il seme…
    ergo mi pare tu sia fuori tema. Per quanto, tecnologicamente, tanto di cappellO. Mi basisco.

  2. A me sembra solo la versione visiva dell’idea maschile del mondo lesbo.. L’unica cosa buona e che le donne sono femminili e non come dici tu, con zazzere maschili, collezzioniste d’arte.. L’istinto materno però è artefatto, come un obbligo al quale nessuna donna può astenersi.. Più simile al telefilm che andava (e forse va!) in onda sulla gay.tv.. Tra padri di famiglia quarantenni che si accoppiavano con 14enni nei bagni pubblici e poi tornavano a casa ad abbracciare i figli e coppie gay che non riescono nel tentativo della fedeltà..
    Tutti i telefilm che abbiano come tema il sesso sono, almeno una volta, paragonati a Sex And The City..
    Buon week end!Roberta

  3. non sono d’accordo…era solo la prima puntata caro BURP!…a me non è dispiaciuta anzi…ne riparleremo…

    ps VOGLIO L’OMINO CHE PISCIA DA METTERE SUL MIO BLOG!!!! Delf, dicci come si fa e che cavolo!

  4. le sit-com italiane fanno cagare. ma quelle pruriginose targate usa mi fanno venire l’orticaria e la congiuntivite. :-P. con le prime almeno si assolve ad una funzione vitale.

  5. a volte capita di farla fuori dal vaso, dai, l’importante è saperlo riconoscere e poi prendere lo straccio. Comunque, su L-W, mi spiego meglio: non è che non mi sia piaciuto, non lo trovo tanto realistico (realistico? cazzo ne so io di cosa fanno le lesbo a LA?) invece appunto mi pare molto (troppo?) costruito sull’immaginario maschile. Ed era solo la prima puntata, certo, quindi può solo migliorare (peggiorare?). E comunque dove la trovate una barista come Marina?

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