malincronache autoreferenzialiUna giornata…

malincronache autoreferenziali
Una giornata particolare
Ho passato il santambrogio in città.
Nella mia. Non nella metropoli che mi assorbe cinque giorni su sette. Me ne sono andato a zonzo in bici, con la creatura incuffiata e insciarpata che pareva un tuareg. Andavo a trovare i pavesi al lavoro, guardavo le vetrine, le pozzanghere, la nebbia. Senza correre. Senza meta. Senza dover combinare una beata. E poi a piedi, respirando un sole anoressico dietro gli odori del mercato del pesce e la puzza del McD. Ho chiacchierato e visto gente e fatto cose e saluti e baci e come va bene grazie e voi?
Una giornata normale, provinciale, banale. Una giornata senza computer e email e senza gente che per lavoro e per diletto ti passeggia sui maroni e senza giornali tra i piedi e riunioni da fare e l’abstract del pezzo e il testo da rivoltare e il titolo che non gira e senza il capo e senza pure la coda e senza pause siga e senza panino e senza treni freddi e rotti e silenziosi.
Una giornata che alla fine ho deciso che voglio fare la cassiera del GS.
In fatto di grande distribuzione, si sa, io sono uno che ama la Coop. Ma stavolta la tradirei. Sì, perché il GS è giusto fuori dal mio portone e potrei alzarmi alle 8.40 per cominciare alle 9 e finire alle 17 e rientrare alle 17.02.
E starmene lì, beato e beota, a far passare i prodotti sul lettore, ping, e strappare e porgere il conto sguish e chiedere ha la tessera e un prezzo alla 15 e un resto alla 9 e non ha pesato le olive e le pile sono laggiù. E spegnere il più possibile il cervello in un lavoro alienante e ripetitivo, investendo sul risparmio energetico creativo, meditando le prossime mosse, rigenerandomi dal basso, senza scavare, from the bottom up to the stars, maybe one day, chissà vabbè, bla-bla cucù.
E odiare, ricambiato, i centesimi di euro. Cosa che già faccio, anche senza una parrucca bionda e il trucco che mi cola sulla faccia ripida di barba malfatta.

Nessuna cassiera, nè la sua professionalità, è stata maltrattata, neppure col pensiero, durante la stesura di questo post.













5 Comments on “malincronache autoreferenzialiUna giornata…

  1. All’Esselunga di via Cagliero c’è la cassiera più gentile e gioviale che io abbia mai incontrato – e ogni volta che ho avuto tentazioni come le tue, mi sono detta: Ma sarei capace di fare tutto ciò per 8 ore al giorno e mantenere il sorriso? Per non parlare di mantenere le capacità di pensare creativamente, dalle casse a Cassiopea 🙂

  2. io vorrei lavorare in posta. tutte le volte che ci vado me lo ripeto. e magari ogni tanto anche il brivido di una rapina!
    cassandra

  3. felice di aver preso il caffè con te e una squadra immaginaria di Cuccureddi e la mia amica che se ne e’ andata anche lei a fare un lavoro migliore (?). che quando lavoravamo tutti e tre insieme ti lamentavi sempre che non stavamo mai zitte, e noi a intonare “ti parlerò d’amorrrr…!!!” e tu innervosito ancor di più. e scoprire che adesso ti manchiamo.

  4. mia cara, al tempo in cui mi lagnavo del vostro irrefrenabile chiacchiericcio, non ero cattivo, come ben sai…
    Cercavo solo di sbobinare il talkshow di turno con un auricolare impotente e due belle fringuelle chiacchieranti accanto. Poi capii che, non potendo cambiare auricolare (nè fringuelle), dovevo per tanti vari motivi cambiare lavoro. Che dite, mandiamo tutti e tre il cv al GS davanti a casa? Se venite porto due bavagli di seta nuovi di pacca.

  5. CIAO SONO P.B. CIOE’ DIO IN PERSONA……..
    POLVERENELSOLE.IT
    VISITA IL MIO SITO SONO IO CHE TE LO OBBLIGO…..
    CAPITO…..PICCOLO MORTALE
    PIETRO BOTTAI
    E POI …..POVERI MORTALI ASCOLTATE QUESTO CHE HO DA DIRVI…..BESTIE DA TEZA ELEMENTARE CHE VI LECCATE IL CULO IN QUESTO MONDO DI BLOGGERS “TUTTI BUONISTI VERO ! IL MIO SITO SI CHE E’ VERO”
    Marco Conidi http://www.marcoconidi.com/
    Da P.B.
    Le mie mail sono seminterratocity@hotmail.com
    OPPURE
    ilducadelleretromarce@yahoo.it

    QUESTO MESSAGGIO E’ DEDICATO A CHI VOLESSE AVVICINARSI AD UN VEERO CANTAUTORE DI MUSICA

    ROCK/POP CIOE’ MARCO CONIDI

    QUESTA E’ LA SUA DISCOGRAFIA:

    E TRA POCHI GIORNI STA PER USCIRE IL SUO NUOVO LAVORO DOVE CI SONO DELLE CANZONIMERAVIGLIOSE TRA LE QUALI L’AMORE CHE VIENE E IDENTITA’ CHE POI E’ IL NOME DELL’ALBUM…

    IL SUO SITO E’ http://www.marcoconidi.com/

    CREDO CHE PARECCHI GIA’ LO CONOSCANO MA SONO STATI PLAGIATI DALLA MUSICA ODIERNA DELLE PLAYLIST

    ECCO ALCUNI SUOI DATI:
    DISCOGRAFIA
    1989 FERRAGOSTO ’66 Ed.MusicaliIT
    1991 MARCO CONTAUNODUETRE Ed.Musicali IT
    1992 C’E’ IN GIRO UN’ALTRA RAZZA SONY Music
    1994 STELLA DI CITTA’ SONY Music
    1998 MARCO CONIDI Alabianca Group – TOTEM records
    2000 SCUSAMI TANTO – cd singolo -2001 REPRISE – cd live –

    BIOGRAFIA
    La storia di Marco Conidi è una storia vera e particolare.
    Poche volte all’interno del panorama della musica italiana è successo che un atista senza massicci investimenti da parte delle major e con delle pause discrete tra un album e l’altro, godesse di un affetto e di un seguito di tali proporzioni, fedele nel tempo, da parte di migliaia di ragazzi in tutta Italia.

    A riprova di tutto questo è sufficiente citare, ad esempio, le migliaia di contatti che il sito ufficiale, marcoconidi.com, registra mensilmente, ed il fans group che ha ormai superato gli 8000 iscritti.

    Tutto questo si deve al fatto che le canzoni di Marco sono entratre di prepotenza nel cuore di molti e grazie alle radio, ma soprattutto al passaparola ed a centinaia e centinaia di concerti in tutti i club d’Italia, il rapporto instaurato con i fans si è alimentato costantemente e si è rafforzato sempre più, al di fuori dei tradizionali meccanismi che regolano il mercato discografico.

    Autore da sempre di tutte le sue canzoni, Marco Conidi, mantenendo uno stile personale specialmente nella scrittura dei testi, ha unito la propria personalità al suono del tempo che cambia.. passa e ritorna.

    Appassionato di rock da sempre, è in questo mondo che intreccia vari stili e varie influenze.

    Interpretato da altri artisti tra i quali Paola Turci e Luca Barbarossa, ha sempre ricevuto attestati di stima da più parti, come ad esempio la citazione nella “Guida ai 100 Grandi Album della Musica Italiana” di Editori Riuniti.

    Bruce Springsteen in persona, dopo aver letto la traduzione di Marco di “One Step Up” (Un passo via da te), ne ha apprezzato la versione e ne ha autorizzato la produzione per l’album tributo “For You”, rendendo di fatto Marco uno dei pochi artisti in Europa autorizzato a tradurre il Boss.

    La regione Sicilia ha voluto premiare nel 2000 il brano “Italiani d’America” come Canzone Italiana Per Il Mondo.

    Queste ed altre sono piccole tappe della storia personale di Marco Conidi

    …ma il meglio è ancora da scrivere…

    http://www.marcoconidi.com/

    DA UNO CHE SA’ MOLTO PIU’ DI VOI POVERI MORTALI…
    P.B.

    INTERVISTA
    Si intitola ‘Marco Conidi’ l’album che segna la ‘rinascita’ artistica a tempo di rock del cantautore romano: una breve intervista….

    Il nuovo album porta semplicemente il suo nome, come se fosse il segnale di una rinascita artistica: Marco Conidi, 31 anni, due partecipazioni al Festival di Sanremo (una con Bungaro e Di Bella), una svolta rock inaugurata con l’album “C’è in giro un’altra razza” nel 1992, riparte da una manciata di nuove canzone e da un’iniezione di fiducia arrivata con l’incontro dei suoi nuovi partner musicali, tra i quali spicca il chitarrista Vincenzo Mancuso (già con Francesco De Gregori per album come “Canzoni d’amore” e “Il bandito e il campione”). “Ho trovato gente entusiasta con cui lavorare, con cui ci siamo potuti prendere i tempi giusti, veri musicisti con cui è un piacere suonare dal vivo”, ha detto Marco, incontrato a Roma in una densa giornata di promozione. Il suo album è decisamente migliore del precedente, più credibile soprattutto dal punto di vista musicale, e rappresenta la fusione delle due anime di Conidi, quella rock accanto a quella più cantautorale: “Forse il precedente album aveva dei suoni più forzati, mentre qui non mi sono vergognato a mettere degli archi quando ce n’era bisogno, pestando duro quando era il momento. Volevo fare un disco che mi rappresentasse appieno”.
    Nel disco è citato Ligabue (chiamato “Zio Luciano” nel brano che apre, “Ali e stivali”), al quale d’altra parte Marco è legato a doppio filo: “Anzitutto non mi vergogno affatto ad ammettere che sono un suo fan da sempre; inoltre qualche anno fa il gruppo che suonava con me era quello dei Rockin’ Chair, che adesso è al suo fianco. In ogni caso, anche se i riferimenti a Ligabue sono evidenti, non è solo lui la mia influenza: io sono attratto da diversi musicisti, e tra gli italiani posso citare Fossati, Rino Gaetano e i Nomadi, mentre per gli stranieri ascolto molto Springsteen (sul disco è presente una splendida cover in italiano di “One step up” del Boss), ma anche R.E.M., Counting Crows, Neil Young”. Il disco di Marco Conidi fa anche i conti dei testi molto personali e autentici, tra i quali spiccano “Dall’altra parte del fiume” (“E’ la canzone che mi piace di più, quella che mi ha emozionato scrivere e che mi emoziona di più riascoltare”), “Italiani d’America” (“un brano a tema, scritto su gente lontana: l’idea ci è venuta a Casteldaccia, vicino Palermo, dove abita Vincenzo. Lì gli anziani ti raccontano storie di emigranti, e ti fanno immaginare la vita di quelli che sono partiti per andare lontano”) e “Cuori separati” (“sono stato indeciso fino all’ultimo se metterla nel disco, perché era una canzone che avevo scritto soltanto per me. Parlava della mia situazione di separato e del rapporto con mia figlia. E’ una canzone che dà serenità, dopotutto, e adesso sono contento che sia finita sul disco. Credo che possa anche servire un po’ a qualcuno…”).
    Insomma un buon disco, che fa dell’autenticità e della voglia di trasmettere energia i suoi punti di forza, che del resto sono gli stessi del suo autore. “Adesso che ho ricominciato a girare”, dice Marco salutando, “ho scoperto che molti ragazzi non mi hanno dimenticato, e anzi mi trattano come un amico. Per me questo è veramente il più grande onore. Vuol dire che ho trasmesso loro qualcosa che dura…”

    (02 mar 1998)

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