dal paese delle meraviglieMetti che sfreghi…

dal paese delle meraviglie
Metti che sfreghi una lampada e poi arriva il genio
– Capito, piccola, quella che si sente è la voce di Spirit da vecchio che ricorda. E i suoi ricordi sono la storia del film. E la sua voce ce li racconta. Si chiama… io narrante…
– No, si chiama Spirit, che è più bello
– Certo hai ragione.
– Dai, adesso mettiamo Cuccureddu dentro la storia di Spirit
– No aspetta volevo chiederti una cosa: se un giorno incontri il genio, hai tre desideri, che cosa gli chiedi?
– Mmmm i capelli lunghi per me. (Un’amichetta con capello corto si difende quotidianamente da infamanti accuse di "maschietto")
– Bene, poi?
– I capelli per il mio papà. (Ci tiene molto)
– Bene, grazie. Poi?
– Un vestito rosa per il ballo.
– E certo, se da grande fai  la principessa, il ballo prima o poi ti capita. E il vestito ci vuole. Bene, tre desideri sono finiti, belli, adesso lavati i denti dai.
Schisc, spruzz, spfrusc
– Mmm… e cappe cotacco.
– Eh? Levati lo spazzolino, cosa?
– Le scarpe col tacco.
– Orpo ora son quattro. Togline uno.
Li rielenco disponendoli in ordine sulle dita della mano. Immagino che eliminerà il secondo, i capelli per il papà. Invece mi prende il dito medio, il terzo.
– Il vestito ce l’ho già, va bene anche bianco.

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