Fuori piove che iddio la manda…

Fuori piove che iddio la manda
Ma tanto non si può uscire che la creatura ha la varicella ed è un mosaico di pallini e pustole. Sono contento per lei che in casa non ci siano troppo specchi. Le dico che mi ricorda la Pimpa ma in realtà sembra uscita dalla peste del seicento (tipo la piccola Cecilia manzoniana per intenderci, bellissima e orribilmente deturpata in viso).
Io, causa nuovo e inatteso cliente piovuto via blogosfera, esploro il mondo dell’occhialeria trendy. So ormai distinguere un tartaruga da un avana, un frontale da un tallone. Ogni volta che scrivo "vestire lo sguardo", però, ho un conato di nausea. Ma in questa fase di consolidamento, il cliente ha quasi sempre ragione. E noi mercenari sappiamo che per mutarne lo stile e la consapevolezza dell’uso della lingua occorre il sacrificio di alcune generazioni di mercenari della parola. Tali e quali a me.
E volentieri dunque offro al cliente il petto mio,
sacrificando lo bello stile alla manciata
di sesterzi che egli, ove felice,
mi allunga.

E domani sveglia all’alba e tutto il giorno a Pisa, tra vigne e porti, e si dorme colà e si rientra il martedì per prepararsi agli ultimi tre (3) giorni del vecchio ufficio, lacrime (altrui) e lettere di addio (mie) comprese.

6 Comments on “Fuori piove che iddio la manda…

  1. come, lacrime altrui? e tutte le lacrime che verserai pensando alla tua matura dirimpettaia, quelle, non contano?

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