Gioiose urne, eredità d’affetti

Ormai noi adulti non ci si fa caso. Ma uno dei luoghi in cui si è più sbizzarrita, nel male e nel peggio, l’italica creatività è il cimitero. Evidentemente in assenza di piani regolatori, essa si è sbrigliata di qualunque ragionevole pastoia fino allo sbreccamento totale. Calce & scalpello. Marmo & rivoluzione. Vince chi ce l’ha più grosso. L’angelo, la cappella, la croce.
Ce ne siamo accorti l’altra mattina portando la creatura dal nonno attraversando stavolta tutto il cimitero pavese. L’inizio è stato all’insegna dello stupore contemplativo: “wooow ma che bello qui…”, “oh come ci vorrei tornare più spesso”, “certo che il nonno è proprio fortunato ad abitare qui”. E noi lì tra una risata e un toccamento di maroni. Poi in effetti, l’innocenza sbarazzina della creatura ci ha spogliato di alcuni strati di sovrastrutture. E una volta rimasti metaforicamente in mutande, è partito il concorso per la tomba più strana.
Se ci passate, non potete non notarla. A giudicare dalle date di morte più recenti è figlia degli anni ’80 e forse è giusto che sia così. E’ un cilindro di almeno quattro metri di altezza con marmi interni nei toni del verde azzurro e una luminosa vetrata bombata.
Praticamente un box doccia.
Requiescant.

4 Comments on “Gioiose urne, eredità d’affetti

  1. Guarda, mi spiace di non averla fotografata perché raccontarvela è difficile.
    Certo che c’è il gettone. Per cambiar l’acqua ai fiori. (bentrovata Amelia)

  2. spettacolare.
    per altro io al cimitero ci vado spesso. lì la gente, per qualche motivo, dà corpo ai sogni.

    zio, ti spiacerebbe se ti linchiassi sul mio blog?
    anche se per aprire il tuo mi ci vuole la manovella. ma è colpa di explorer.

  3. Amelia, libero link in libero web, grazie molte.
    Mi spiace che ti risulto pesante. Tecnologicamente parlando dico, all’apertura. Mi informo se possibile cambiare saracinesca. Tu però impegnati a buttare Explorer.

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