Post dell’acqua blu (o della rivalutazione di Morgan)

Probabilmente se mi avessero detto che alle Regole di Malosco – lì sullo stesso prato verde ove implume giovanetto mi sfiancavo in gelide sciate di fondo e duelli calcistici chiusi dal tramonto e ove ora esibisco solo la mia villosa flaccidia – era in programma un concerto di Suoni delle Dolomiti, non ci avrei creduto. Però poi c’era per davvero.


Trattandosi poi di concerto di Morgan, volendo uno potrebbe anche chiedersi cosa c’entri con un cartellone zeppo di jazz e di contemporanea. (Oggi per esempio ci sono Magoni e Spinetti, ma mannaggia è troppo lontano.) E poi io non conosco nemmeno una canzone di Morgan. Non ho mai neppure ascoltato il suo disco “L’appartamento” che un amico mi ha regalato anni fa. Ma forse ora sarebbe il caso. Io sono uno di quelli che pensano: cazzo, ora pure Morgan mi tocca a rivalutare?

Update1: gran parte del concerto si trova su youtube. Ecco la canzone di cui si narra dopo.

Però è così. Almeno un po’. Dopo aver sbirciato un paio di X-Factor e dopo un’intervista su Vanity Fair. Insomma c’era lui col pianoforte a coda in mezzo al pratone. E Alice che nel suo mondo disegnava stelle e poi andava con gli altri bimbi a rotolare giù dal pratino e io che mi leggevo il giornale in santa pace. Una santa pace strameritata dopo la nevra e le sfiorate risse per mantenersi in coda in attesa del bus navetta per andare su. (Non esente da colpe una tutt’altro che impeccabile organizzazione, ma ora non importa). Del concerto alla fin fine non me ne importava granché e lo snobbavo leggendo di ori olimpici. Ma nemmeno il mio ostentato snobismo mi faceva desistere dalla necessità – spigolosa ma evidente – di rivalutare Morgan, cazzo. Che ringrazio per avermi ricordato un Tenco d’annata, un Tenco divertente. “La ballata della moda”. (Update2: lì per lì ascoltandola in diretta ho pensato cazzo che begli accordi sghembi, proprio bravo il ragazzo ad arrangiare. Poi  ho verificato che erano esattamente i rivolti dell’originale del Tenco. Quindi  penso proprio bravo l’arrangiatore chissà chi diavolo era o il Tenco medesimo che infilava quelle dissonanze sì moderne?)

Ma se poi mi avessero detto che io e Alice saremmo riusciti a scendere a piedi da lassù fino al paese, comodamente in un’ora e mezza di sentiero (ma 40’ diceva il cartello), ebbene non ci avrei creduto. Che faccio fatica a farle fare una salita di 50 metri, faccio, a ‘sta simpatica pigrissima palla al piede.

Ma soprattutto non avrei creduto a chi mi avesse detto che avremmo incontrato nel bosco un capriolo. Vero, vivo e lontanissimo da qualunque polenta. Intento a farsi i sanissimi cazzi suoi nel bosco e comunque disponibile a posare per noi in alcuni scatti, senza la minima intenzione di fuggire.

Morale della favola: come Antonio e Pasquale, io me ne infischio della moda e ascolto solamente quello che mi va. Ah ah ah. Tipo Morgan, appunto.

2 Comments on “Post dell’acqua blu (o della rivalutazione di Morgan)

  1. zio, dici Morgan dei Bluvertigo? Se è lui è anche quello che ha rifatto in chiave “filologica” “Non al denaro …” di De André, e a me parve fin da subito una scelta intelligentissima, onesta e coraggiosa, oltre che artisticamente saggia.

  2. Lui. Disco che non conosco ma che fu “autorizzato” dalla Dorighezzi in persona e di tale scelta si parlò a lungo. Ma immagino che Parigi non si sia parlato molto di X-Factor eh…

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