Come ho “conosciuto” Umberto Eco

Vabbè allora visto che oggi lo fate tutti, vi racconto anche io di come ho conosciuto Umberto Eco.
No, non ci siamo incontrati in treno, né sono andato a intervistarlo a casa sua, né siamo stati vicini di tenda in campeggio, né abbiamo condiviso focacce, panini, comitati centrali, pipe, né altro.
L’ho semplicemente conosciuto grazie a Luisa Carrada, sul suo Mestiere di Scrivere, sarà stato il 1997.
Sì, certo avevo già letto Il nome della Rosa (ma non avevo ancora provato a guardare il film con la figlia di 10 anni fermandomi pentito e imbarazzato alla realistica e animalesca scena di sesso di Adso).
Ma non avevo ancora conosciuto il semiologo e anzi ne avevo forse un po’ timore
Ebbene, sul sito di Luisa, che fu la mia bibbia e il mio romanzo di formazione in quell’anno in cui cercavo di capire cosa fare da grande e quanto il mio futuro potesse c’entrare tanto con la scrittura e poco con la laurea che chiusi subito in un cassetto, trovai i famosi 40 consigli su come SCRIVERE bene in italiano. Il tutto maiuscolo ha un motivo.
http://www.mestierediscrivere.com/articolo/eco2
Sì, si tratta di “scrivere”. Nulla a che vedere col “parlare”, anche se in questi giorni quelle 40 perle stanno uscendo dappertutto come “consigli di Eco per parlare bene l’italiano”.

E comunque onore al merito di Pennamontata che le ha prontamente ripubblicate in comodi visual
https://www.facebook.com/media/set/…
Ecco, qui consigli tra l’altro non sono nemmeno stati creati proprio da Eco. Di più. Meglio ancora. Sono stati raccolti e tradotti dalla tradizione dei business writer americani. Solo che, esattamente come negli “Esercizi di stile” che lui tradusse da Quenau, anche qui ci voleva un genio per tradurli in quel modo senza tradirli.
Ecco, quelle 40 scintille di ingegno, quelle 40 capriole, che riuscivano a condensare in una o due righe una regola e la sua dimostrazione, strappando a volte persino il sorriso, furono per me vero novizio (Zio Adzo inzomma), la prima dimostrazione che con la lingua si potevano far succedere cose meravigliose, giocandoci, piegandola, scrivendola.
Che la parola scritta fosse uno strumento straordinario e potente qualunque fosse la tua missione, professionale o personale: convincere, divertire, commuovere o innamorare.
Una lezione indimenticabile.
http://www.mestierediscrivere.com/articolo/eco2

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