# cose di musica #[Obiezione totale:…


# cose di musica #
[Obiezione totale: boicottiamo i tributi!]

L’altra sera me ne vado a sentire un gruppo. L’Ensemble Vinaccia esegue il suo tributo a Vinicio Capossela. Sostanzialmente una cosa musicalmente ben fatta, nonostante l’acustica pessima. Bravi, dai, bravi tutti. Solo al batterista avrei volentieri tirato una bomba intelligente per come ramazzava indegnamente sui piatti, privandomi a ogni tragica piattata di tutte le frequenze alte per le successive tre battute.

Ma vogliamo parlare del cantante? Io ‘sto ragazzo, permetto, non lo conosco. Ma perché, mi chiedo io, uno che si esibisce in un tributo a Capossela deve sforzarsi anche tra un pezzo e l’altro di imitarne la voce e il modo e la mimica e l’atteggiamento e le parole? Ok, sbattiti, salta di qua e di là, dacci dentro perdio. E il ragazzo ci dava dentro eccome: dal suo completo maron ai 40 gradi del locale si poteva ricavare a fine serata una mappa precisissima delle zone di massima produzione del sudore negli umani. Massimo rispetto insomma per il sudore d’artista.

D’artista, appunto. Giovane, sì dico a te con il capello lungo e la barbetta, giovane per favore: risparmiaci la clonazione totale in diretta. O hai forse delle crisi di identità? La tua dedizione di fan (lo sarai, immagino) arriva al punto che anche nell’intimità parli e agisci come lui?

O è che sei un professionista e ti pagano per fare il buffone al 100%?

Ma forse ‘sto ragazzo in fondo non c’entra del tutto. Non diamogli tutta la colpa, suvvia. Il guaio, la vera peste musicale è ‘sta mania dei tributi che sta rovinando gran parte dei giovani musicisti. Ma che senso ha replicare in ogni dettaglio l’altrui repertorio, completo di costumi, mosse e ammicchi? Perché per puntare sullo zoccolo duro dei fan di una star (amo l’originale, vado a sentire il tributo, corro) questo benedetto mini star system della provincia canora ha messo in piedi tutti questi cloni così tanto perfettini e speculari da ispirare una gran voglia di prenderli a calci?

Ma se io domani mi alzo di buzzo buono e ricalco per benino Picasso? E se copio a mano Garcìa Marquez, secondo voi lo trovo un editore? Ma se io copio paro paro un cd e poi lo vendo commetto o no un reato?

Ragazzi, la musica è altro. È altrove.

Intendiamoci. Io sui tributi scaglio la prima pietra perché, confesso, ho peccato, ho tributato. Anni fa, november ’91 se non erro, me ne stavo su un palco quando arrivò la notizia che Freddy Mercury se n’era andato. Il gruppo era una cover band ruspante, la cui sana energia era tutto sommato quasi indipendente dal tasso alcolico e stupefacente.

Avevamo pronta “Show must go on” e la eseguimmo dopo aver dato la luttuosa notizia dal palco. Quello fu un tributo. Vero, improvviso, sentito. La gente lo capì. Il pezzo venne benino immagino, ma mica perfetto. Però c’era l’energia giusta e nessuno si rivoltò nella tomba immagino.

Poi quello stesso gruppo decise di battere il… feretro finchè era caldo (sorry Freddie, ora rivoltati pure) e divenne una specie di queenificio. Ma questa è un’altra storia.

 



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