dal paese delle meraviglieL’Osservatorio…

dal paese delle meraviglie
L’Osservatorio spiegato a mia figlia
L’amico Beppe lavora all’Osservatorio, in un posto dove tutti (pure io in una vita precedente) stanno davanti alla tv con un dito sul cronometro e un altro sul telecomando, tasto FFWW. (I più esperti usano le dita di una stessa mano, così gliene avanza pure una per sfogliare un giornale o mettersi lo smalto, secondo i gusti).
Ma è anche un posto da cui spesso qualcuno decolla e se ne va per altri mondi a vegliare sul corretto comportamento dei media in periodo elettorale. Un lavoro bello e complesso. Un lavoro non facile da spiegare a un adulto, figuriamoci a una creatura di 30 mesi. Ci ho provato a cena, a risotto fumante, con Beppe che tra un bicchiere e l’altro faceva le facce intonate alla storia.

– Ecco, vedi, lo zio Beppe è appena tornato da un paese lontano lontano (questo è vero, è il Kazakistan). Un paese pieno di montagne e foreste in cui vivono draghi verdi con gli occhi lunghi (inciso indispensabile per tenere desta l’attenzione della creatura) e in cui regna un vecchio re un po’ cattivello. Questo re possiede tutti i giornali del regno e se li tiene tutti per sé e non li fa vedere a nessuno. Mentre sua figlia, una principessa dalle lunghe trecce ha tutte le televisioni e tutte le radio e se le tiene per sé e non le fa usare a nessuno. (Beppe con ampi cenni di assenso promuove la mia banalizzazione sulla proprietà/utilizzo dei media).

Così lo zio Beppe è andato lì a contare i giornali e le tv e poi ha detto: “Ohè, così non va mica bene”. E poi è tornato qui perché era pronto il risotto.
– E ti ha pottato le ciabatte tutte colorate con la punta…
– Già, ora mangia che non scotta più.










3 Comments on “dal paese delle meraviglieL’Osservatorio…

  1. promuovo la banalizzazione e mi metto subito all’opera per applicarla nel mio lavoro quotidiano qui in Macedonia.

  2. Voglio anche io un drago, un folletto e un unicorno che mi sorprendano (per ora ho solo una principessa..); e uno zio visionario che mi racconti una realtà bizzarra. Si dice che i film non sono mai all’altezza dei libri da cui sono tratti, ma i libri possono certamente essere superiori alle realtà che raccontano. Vorrei leggermi in un libro, io comodo sul divano, sfumacchiando, grattandomi e lui a scorrer via.

    Aiutante di babbo natale

  3. Grazie Mir, la banalizzazione ragionevole è un esperanto comune.

    (?)
    (cioè?)
    (caffè?)

    Aiutante, non ti riconosco, o forse sì ma non importa. Plaudo al tuo animo pigramente poetico del “…grattandomi e lui a scorrer via…”

    caffè, anche due

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.