Di un compleanno post mortem

Non so se da voi per caso si festeggi il compeanno di chi è già defunto, ecco qui no.
No, mai.
Fino all’altro giorno mai.

Tutta colpa di Alice la settenne: “vabbè ma se anche il nonno non c’è più, se la nonna fa la torta io ci metto una candelina sopra, possiamo soffiare tutti insieme e lui sarà contento”.

E non è una bimba tanto golosa da averlo detto solo per la torta.

E così è stato. Tranquilla festicciola per l’assente, valorizzata da proiezioni di rarissimi filmini di famiglia strappati dal sottoscritto a un cassetto di mammà e strappati all’oblio tecnologico da un bravo fotografo. Sui filmini però, e in particolare sulla musica, ci fo un post a parte.

Soffiata la torta, accompagno Alice a giocare in cortile e chiudendo la porta la sento allontanarsi con Teresa.

“Tete, ma lo sai che adesso abbiamo appena fatto la festa di compleanno di mio nonno che è già morto?”

3 Comments on “Di un compleanno post mortem

  1. Anch’io di mio padre ora ricordo più volentieri la nascita che la morte. Mi piace ricordare quello che ha portato nella mia vita, seppure per un tempo così breve, e non quel brutto giorno in cui ho capito che per me non ci sarebbe stato più.

  2. oggi è il primo compleanno del mio amore da quando non c’è più, io non so cosa fare … ho pensato di andare al cimitero …. anche se veramente non amo andare lì… vorrei stare da sola …e fra qualche giorno sarà il mio compleanno, senza rose rosse… per la prima volta oggi non vado in giro pensando a cosa regalargli…nei suoi cassetti nel suo armadio le ultime cose che gli ho regalato : pullover, profumi, camicie… che fantasia ! Ma che piacere provavo nell’acquistare qualcosa per lui, insieme alla mia bambina, lei voleva sempre fare il suo regalo… adesso non vuole sentirne parlare, non vuole più pensarci… ma io ci penso, non riesco a staccarmi da lui… ogni gesto sottolinea la sua assenza… mi dispiace per chi mi sta vicino, la follia del mio dolore per quanto cerchi d’imbrigliarla traspare dal mio viso, dai toni della mia voce, i farmaci che prendo per sopportare la condizione di abbandonata, mi rendono bizzarra, e imprevedibile.. ma che posso fare ? Che posso fare se lui è morto, non capisco come sia stato possibile che sia accaduto a noi, a lui, a me… ma accade, accade sempre, il problema è capire come si può continuare nel frattempo, avendo visto cosa… come … cosa siamo… e quanto siamo l’uno per l’altra…e come tutto era bello e facile prima e come tutto sia al limite del tollerabile adesso… ora so che la felicità è l’assenza di dolore… perchè non capirlo prima ? perchè aspettare il buio per apprezzare la luce ?

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