Lettere d’amore (2): gli amori sui muri

È iniziato tutto così. Ho visto una scritta d’amore sul muro e ho provato a immaginarmi la storia – o un frammento – di quell’amore. Senza pensarci ho scattato con Instagram e ho provato a dargli un titolo intonato. Ho visto che l’esercizio mi piaceva, mi teneva la mente sveglia, l’occhio attento e il cuore caldo. E così ho iniziato la collezione di “Ammuri sui muri”. E sui muri ce n’è parecchio di amore: ci sono sentimenti sgrammaticati e strappalacrime, ci sono lampi di genio, ci sono dichiarazioni stralunate, ci sono desideri, calcoli, bilanci, progetti, minacce, odii e vendette. Ci sono amori in corso e amori rimpianti, amori negati e amori sintetizzati. Ci sono amori calcistici e anche amori tra esercenti.

E poi ci sono io, che sono quello che si ferma in mezzo al traffico per scattare una foto a un muro. Ci sono io che ormai appena esco dai mio tran tran e capito in un posto, una via o una città nuova, accendo mille antenne. Ci sono io, che cerco nuove strade e muri scritti d’amore. Scatto, immagino, titolo, condivido. E ormai anche mia figlia grande mi aiuta nella ricerca: “Papà, sotto lo scivolo ce ne sono due di scritte… ma in una c’è scritta quella parolaccia… effe di pi”.

Sì, lo sappiamo che scrivere sui muri non si fa, non si deve, già. E per l’appunto, ultimamente il mio disappunto è un altro: i tags dei giovani writers. Semplici sigle, firme del loro ego. Tante, troppe. O sono io che sono un (romantico) matusa e non ne capisco il senso? E allora chiudo con un’appello: ragazzi, lasciate stare l’ego, se proprio volete lasciare un segno, scriveteci l’amore, sui muri.

La gallery “Ammuri sui muri” la trovate su Flickr (ma guardatela a tutto schermo che sennò vi perdete i titoli) e su Pinterest.

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