Io ti vedo

Senti, è inutile che fai il furbo: io ti vedo. 

È un po’ che volevo dirtelo e ho scelto di farlo oggi. No, alt, non sto parlando di voci, sogni o ricordi, quelli è normale: quelli li hanno tutti. Io dico che proprio io – a te – ti ho visto. Quindi dai retta a me: se non vuoi farti beccare, devi nasconderti o mascherarti meglio. 

Per dire: ti ho beccato una volta al supermercato, qualche volta in metro e una in bicicletta. Funziona sempre così: mi entri nel campo visivo laterale, solo per un attimo. E in quell’attimo mi colpisce un particolare. Una volta il cappello, l’altra il baffo grigio, l’andatura veloce con le mani in tasca. Ma quando mi rigiro per mettere a fuoco, tu sei già diventato altro: hai già cambiato cappello, scurito il baffo, insomma ti sei nascosto di nuovo. Allora di solito fisso il tipo che prima eri tu, ma non accade nulla. Se non a volte che il tipo si acciglia e si chiede perché lo fisso in quel modo.

Mi pare di aver capito quindi che voi potete tornare un po’ qui, ma con cautela, senza farvi cogliere in flagrante. Ora che ci penso, in effetti, io in questi 10 anni esatti ti ho visto sì, ma solo una manciata di volte. Magari in altre occasioni ti è andata bene.
Comunque insomma, non pensare di averla sempre fatta franca.
Che io ti vedo.

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