Kellogg e le colazioni perdute


 

In collaborazione con Kellogg ho deciso di  scrivere un post sulla colazione e, grazie anche ai dati messi a disposizione da GFK, mi si sono aperti gli occhi sul tema colazione.  

Da questo punto di vista la mia non è proprio una famiglia modello… Certo, è vero, oggi è tutto così maledettamente veloce che non si ha il tempo di mettersi  a  fare colazione insieme in famiglia. Almeno nei giorni feriali. 

Però io ho fatto un passo indietro e ho provato a ricordare come erano le mie colazioni di bambino e ragazzo. Da questo punto di vista erano uguali a ora. Anzi forse peggio. Io non ho mai visto i miei genitori seduti con me a fare colazione. Il caffè l’avevano già bevuto prima di svegliare noi e farci trovare il the o il caffèlatte con pane e miele. Il sottofondo era quello della radio accesa.
In principio era la Rai (indimenticabile il segnale orario con l’uccellino e la mattina dell’8 dicembre ’80 con le tragiche notizie da NY), poi venne RadioPop dagli anni ’90 in avanti.
E poi si usciva tutti insieme alla stessa ora, in auto alle 7.50, a a scuola (tutti, i miei erano insegnanti) alle 8.10 al massimo. A questo punto sarei curioso di chiedere a mia mamma come fossero le sue colazioni da bambina… e non escludo di farlo…

Da noi ora va così. Il tavolo è già apparecchiato dalla sera prima (e ovviamente non per merito mio). I genitori non sono mai tutti insieme al tavolo ma affaccendati in altro. Le figliole arrivano alla spicciolata e spesso nemmeno si incrociano, perché escono a orari diversi. Se fosse per loro nemmeno la farebbero la colazione. C’è stato un tempo bello in cui svegliavo la piccola e la portavo all’asilo e mi prendevo un po’ di calma con lei. E a colazione me la intortavo con qualche storia: sui sogni appena fatti, o sui biscotti che imploravano aiuto prima di tuffarsi e poi essere spietatamente divorati. Bei tempi. All’asilo potevamo entrare fino alle 9.30.

Oggi, il tempo stringe. La ragazza di 13 anni esce alle 7.40 e quella di 8 inizia a far colazione in quel momento. Dipendesse da lei, ci passerebbe la giornata, a colazione. Nel senso che non avendone voglia, trova ogni scusa per rallentare. E poi a volte sono io che la presso perché almeno 2-3 volte la settimana (siccome come sapete su questo sono una specie di papà tigre…) deve studiare almeno 10 minuti di violino prima di andare a scuola. Per la gioia dei vicini di casa, che devo essere sincero non hanno mai mai protestato. Test volante: chi di voi non sarebbe felice di sentire una manciata di scale maggiori e minori e un minuetto alle 8 del mattino dall’altra parte del muro? Occhio che il violino mica sempre è intonato eh…

Sabato e domenica ovviamente i tempi sono diversi, ma gli esiti sono sostanzialmente simili. Addirittura qualcuno di cui non farò il nome, la primogenita, si porta la colazione in camera. Vabbè, a 13 anni si è sfuggenti per definizione.

Insomma la mia famiglia sembra ampiamente in linea con il campione della ricerca raccontata da Kellogg, dove 4 bambini su 10 non fanno colazione. E dal momento che la colazione è un momento importante dal punto di vista nutrizionale, sia potenzialmente utile e “caldo” sul fronte affettivo, non è che ne siamo molto orgogliosi.

Ecco forse ci potremmo provare in vacanza, noi come famiglia, a trovare il modo e il momento per prendercela un po’ più con calma questa colazione. Io, tra l’altro, ho smesso di fare colazione al bar da quando una gentile dietista dopo avermi pesato mi disse: “Tolga la brioche del bar e le bibite gassate e in due mesi perderà 5 chili”. E aveva ragione. Sono più magro. (E la figlia più piccola si lamenta perché a lei piace il papà con la pancia, il perché non mi è ancora chiaro.)

Oltre però alle famiglie come la nostra, c’è chi sta messo peggio. Ci sono moltissime famiglie e ovviamente bambini che la colazione non la fanno non per distrazione o perché devono correre altrove, ma perché molto semplicemente ne devono fare a meno per questioni economiche. Per questo Kellogg stessa ha lanciato il progetto Breakfast per Better Days (#kellogg4breakfast) che attraverso Banco Alimentare, fornisce le colazioni a bambini e persone bisognose.

Pensiamoci nella nostra fretta!

 


 

 

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