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# illuminazione improvvisa #

[Chi cerca trova]

 

Ieri pomeriggio, mentre Bossi annunciava di aver trovato la quadra, un bel numero di cittadini brancolava in cerca del quadro.

Elettrico.

 

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# back office #

[Il Lucano te lo puoi tenere!]

 

Oggi il capo mi chiama e mi dice che sono brillante.

Cosa voglio di più dalla vita?

Semplice: l’aumento! Che sono solo sei mesi che te lo chiedo. Non mi pare che ci voglia un genio, ecco!

 

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# pensandoci su #

[My favourite things/dreams 0.0]

 

Things – Andare a prendere la bimba all’asilo.
Dreams  Andare a prendere la bimba all’asilo e all’uscita imboccare un tunnel con l’aria condizionata e le pareti coloratissime, attraversando il quale, senza fretta, si arriva dritti nel soggiorno di casa.

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Things Guardare il TG4, ma solo se c’è il direttore.
Dreams  Guardare il TG4, dopo un’ora di zen in cui mi sono completamente svuotato di ogni precedente opinione politica.

Lasciarmi vergine davanti a Emilio, ascoltarlo e crederci.

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Things Suonare il piano di notte d’estate con le finestre aperte.
Dreams  Suonare il piano di notte d’estate con le finestre aperte, in preda a quell’innocente stato di allucinazione che rimbalza placidamente al mittente il suono del campanello o le proteste dei vicini.

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Things Mentre la legittima proprietaria mi osserva incuriosita, tuffarsi vestito nella sua piscina fuxia a forma di elefante.

Max profondità 15 cm.

Temperatura 40° circa.
Dreams  Stessa scena, ma senza ambientazione in cortile in cemento rovente. Qualche palma (anche disegnata sullo sfondo), meno temperatura, più profondità.

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# leggere & scrivere & linkare #

[Fofi: mi converto a Camilleri]

 

Se per avventura vi trovate a lodare in luogo pubblico l’opera di Andrea Camilleri, potete trovarvi di fronte interlocutori che:

A) Vi rispondono sorridenti che sì, che Zingarelli è proprio bravo e poi fedele… hiii mammamia quant’è fedele quel Montalbano, più alla sua donna che allo stato. Normalmente dopo questo esordio passano a Nonno Libero o a Commesse.

B) Concordano con voi ma vi trasmettono con uno sguardo di snobistico paternalismo tutta la loro riprovazione per un autore che vende così tanto. Siccome il popolo è bue, uno che vende così tanto è come minimo commerciale.

C) Si irrigidiscono, vi guardano con sospetto e vi chiedono a muso duro se per caso li state provocando. Al vostro diniego si tranquillizzano e si presentano come l’onorevole Gianfranco Miccichè.

 

Insomma se vi piace Camilleri sapete di cosa sto parlando. Se volete sapere cosa ne pensa Goffredo Fofi, qui trovate un suo pezzo uscito il mese scorso sul Messaggero.

 

# sex & pen #[Un’Amica senza peli sulla…

# sex & pen #
[Un’Amica senza peli sulla lingua]

Ci perdonino pudiche donzelle e benpensanti ma ora qui si parla di sesso. Avete presente come si scrive di sesso sui periodici femminili? In quegli articoli dai titoloni promettenti, con tutte quelle foto di lui/lei tenerissimi che mimano coiti fintissimi? Avete presente quei contenuti fiacchi, lenti, freddi che persino una scena hard di un libro Harlequin sa essere più eccitante?

Pezzi che parlano di sesso eppure sono scritti piatti piatti come quelli sulle creme solari, sulle allergie di stagione, sulle ricette light e sulla prova costume.

Non si pretende che chi scriva gema e sospiri, per carità, ma che diamine! Almeno un poco di emozione…

Ok, ok che in fondo si tratta di giornali e non di libri da leggere con una mano sola. E dal punto di vista informativo non è che le cose migliorino assai: una terminologia che forse va bene per i nostri nonni, i soliti quattro concetti crocifissi in tutta fretta, una trasgressione finta che suggerisce quasi più il senso di colpa che il piacere…

Ora, le ricerche dicono che nello scenario periodici stanno cambiando parecchie cose. I periodici femminili aggiungono contenuti e virano sul magazine con attualità, cultura, persino politica. I maschili copiano i femminili classici a suon di vetrine e diete miracolose.

E di sesso? Come si scrive? È evidente che qualcosa sta cambiando anche qui.

Su Amica, per esempio, vi segnalo alcune firme (Paola Tavella, Vittoria Pallavicino, Diletta Sanseverino) che scrivono di sesso come se ne potrebbe parlare tra amici, pardon tra amiche. I loro pezzi sono divertitenti, maliziosi e complici quanto basta. Intrattengono, informano e incuriosiscono con grazia.

Di cosa scrivono? Del cunnilingus (“Quello che piace a tutte”), della posizione missionaria (“Come divertirsi nella posizione più classica”) dei vibratori (“Guida disceta ai vibratori”) e naturalmente del tragico rovello maschile (“Misure: cosa piace alle donne”).

Come lo scrivono? Con semplicità e chiarezza, senza giri di parole o perifrasi censorie.

In confidenza: chi scrive ha imparato più cose sulla missionaria in 5 minuti di lettura che in svariati anni di pratica. Per non parlar dei vibratori, e del coniglio di Sex & the City

Insomma, uomini, la mia idea è molto chiara e ve la regalo: chi vuol finalmente almeno provare a capire qualcosa di come funzionano i sensi di queste misteriose creature, ora ha almeno una possibilità in più. Chi non è interessato continui pure a leggersi Men’s Health e For Men Magazine. Però poi tra un mese io passo a vedere se avete buttato giù la pancetta (senza sudare), se siete ricchi sfondati (senza lavorare) e se avete “guarito” (senza fatica) la solita mezza dozzina di femmine frigide dalla loro tragica e asciutta condanna.


# lavoro & futuro #[La gallina COCOCO e…

# lavoro & futuro #
[La gallina COCOCO e il terrore della brace]

L’altro giorno me ne stavo in collina, su un prato. Erba, sole, ronzii. Mentre mi interrogavo sull’inutilità della distinzione semantica tra un agriturismo e un albergo, sento un raspettìo alle mie spalle.

Lei esce dal cespuglio e mi vede. Si ferma e inclina la testa per mettermi a fuoco.

COCOCO? – mi fa squadrandomi fissa con l’occhio destro.

– Certo – rispondo pronto – anch’io COCOCO. Collaboratore coordinato continuativo – e allargo le braccia in segno di solidarietà.

E lì parte la chiacchiera di rito a tutto campo: niente certezze, no feriepagate, no malattia, no tiefferre, i contributi, gli orari, la pensione chissà, i soliti pensieri ecc.

Scopriamo che, per motivi diversi, nessuno dei due è andato a votare al referendum.

– Senti, ma io ero convinto che fossi dipendente almeno tu – le dico – un uovo al giorno per tutta la vita. Cosa c’è di più regolare?

E lei mi spiega che ogni uovo è un progetto. Un contratto che si rinnova ogni dì. E chi non firma va in pentola. Subito. E lì si vede che c’ha avuto, povera, anche dei lutti recenti e comincia a raccontare e poco dopo sono io che la devo consolare.

– Dai su, non fare così, erano solo cugine di terzo grado…

Lei ribatte che erano di terzo grado ma erano 42 cugine e quindi ci sta ancora male.

Il discorso vira ancora sulle prospettive. E ora? Ora che a settembre si cambia tutto? Diventiamo tutti collaboratori a progetto. Siamo in due milioni di pollastri pronti a passare dalla stessa padella alla stessa brace. E il pericolo grosso è che molti non ce la facciano e finiscano abbrustoliti. In nero.

La gallina annuisce seriosa. Poi si scusa che la sua pausa è finita.

COCOCO, COCODÈ – le dice la sua compagna uscendo dal cespuglio.

Mi saluta in fretta e se ne vanno al trotto.

E a me rimane il dubbio su quel COCO DÈ

Derubricato? Demotivato? Depresso?

Mi accendo una paglia e guardo il cielo bollente. Non pioverà.


Perché BURP?

L’atto di digerire richiede tempo, pazienza, energia. Tre cose che vanno e vengono secondo ritmi imprevedibili, almeno per me. Conserverò in questo magazzino sia le digestioni complete sia quelle solo accennate. Non vi capita mai di sbocconcellare prelibatezze e dovervene andare di fretta lasciando il pasto a metà? Quel che non riuscirò a fagocitare per bene, lo metterò qui dentro, in modo che qualcuno interessato possa continuare a servirsene.

L’atto di digerire comporta anche dei rischi, naturalmente: se un giorno entrando qui mi vedrete tutto pieno di macchie rosse, si tratterà di qualcosa cui ero allergico. Vi metterò sull’avviso e poi sarete liberi di cibarvene o fuggire. L’atto di digerire, poi, si può declinare in più forme e rumori, alcuni più educati, altri molto meno: si va dal placido gorgoglio di completa estasi al rutto improvviso colmo di indignazione.

BURP in fondo è anche l’acronimo di Borbottii, Ululati, Rantoli, Peti.

C’è ancora molto disordine, come vedete. Le pareti da tinteggiare, gli scaffali mancanti, la credenza che brulica di tarme, la scala sempre in mezzo ai piedi… Per questo sulla porta ho messo quel cartello per i più volonterosi che volessero darmi una mano a sistemare tutto per bene.

Poi bisognerà che porti qui una radio, o un grammofono, o un pianoforte, che si sa che con la musica si digerisce meglio. E i libri, naturalmente. Ma ogni cosa a suo tempo. Le chiavi sono sempre nella toppa. Lascio in fresco qualche birra per i primi che arrivano. Servitevi e fate come foste a casa vostra.