La saudade del tortel di patate

Al Mas da la val di Ruffrè (TN, alta Val di Non) ci eravamo stati e ci eravamo trovati bene. Ma qualcosa di indefinito mi spingeva a tornare. Non era il paesaggio bellissimo e nemmeno l’atmosfera da vera fattoria. Non erano quei due pacifici lama, stranamente ormeggiati ai mille metri della Val di Non. Non era la piacevolissima sensazione di essere ospiti dentro casa, con i disegni dei bimbi sulla porta e un gatto caldo e due cani affettuosi ad attenderti oltre l’uscio.

Non era nemmeno il fatto che si spendesse poco, che sapete quanto per me sia importante uscire da una cena con lo stomaco appagato e il portafoglio non prosciugato. E lì avevamo trovato un rapporto qualità prezzo di tutto rispetto, date retta a me.

E così ci siamo tornati. E dopo il primo, ho chiesto informazioni su quei gnocchi verdi grossi come canederli ma con tutt’altro sapore, che mi avevano commosso. Credevo fossero loro i responsabili del mio ritorno. Ne ho indagato la fattura credendoli, al pari di tutto il menu, una specialità locale. E ho concluso:
“Beh davvero buonissimi… tra l’altro non è che si trovino spesso qui in giro…”
“Per forza – mi fa la cuoca – li ho inventati io!”.

Ma non erano nemmeno quelli, alla fine.
Era il tortel di patate. A questo punto linko la ricetta preferita da Google, poi fate un po’ voi. Ma date retta a me. Qualcuno sostiene che deve essere croccante. Una specie di grossa patatina a forma di nuvola schizzata nell’olio (beh questa prendetela come una licenza poetica). Ok, ok, forse hanno ragione quelli della scuola croccante. Ma io sono anni che ascolto i “croccantisti” e li seguo loro nelle loro mete.

Quando il realtà, il tortel che più mi garba a me è quello rotondo e decisamente morbido dentro. Tanto da sapere all’interno quasi di patata cruda. E’ questo che mi aveva riportato lì. E non ho saputo tenerlo per me.
“Signora cuoca – irrompendo in cucina – ora sì che ho capito. Me ne faccia altri sei, di codesti tortel. E solo per me. Ché sono esattamente uguali precisi identici a come li faceva la mia nonna nonesa e a come li fa mia mamma (quando li fa ma non li fa mai). E ora si lasci abbracciare”.

In soldoni: se siete in Val di Non dalle parti della Mendola, il posto è a Ruffrè e si chiama Mas da la Val.

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3 Comments on “La saudade del tortel di patate

  1. evviva il tortel di patate croccante della Mirellona 😉

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