Serendipity poetica con colpo di fulmine

Sto uscendo dalla Feltri dopo il giretto post pranzo quando vedo che mi guarda dallo scaffale attaccato alla cassa. Mi sorride colorato. Al tatto è accogliente. La quarta di copertina mi invita allo sfoglio. Mi ci tuffo, lì all’impiedi, ché stavo per andare.

Si chiama L’albero delle parole, di Donatella Bisutti. Mmm Bisutti… la stessa di cui ho trovato citato – nel Mestiere di scrivere di Luisa – un altro libro che mi sono segnato (La poesia salva la vita). “Grandi poeti di tutto il mondo per bambini, dice il sottotitolo”. Chissà come sarà leggerlo insieme alle bimbe? Mi aiuterà a capire perché in fatto di poesia mi sento una capra ignorante? O meglio: perché non ho mai letto un solo libro di poesia?
Mi rispondo sempre di sì. Mi rassicuro. Ma non c’è fretta di acquistarlo ora, c’è coda e devo rientrare in ufficio, tanto so dove trovarlo, ripasso presto, ciao, ti rimetto qu… al tuo post. Ohcazzo.

Non c’è il tuo posto.

Eri abbandonato lì, sopra gialli ed edizioni economiche varie.
Trascinato fin lì da una mano indecisa e lasciato appena prima della frontiera dell’acquisto?
Catturato e trasportato da un bimbo e negato in extremis dal genitore?
Spostato lì da abile mano bookshiftante?
Caso inedito di autolocomozione di un volume in assenza di agenti atmosferici?
Semplice destino?

Ebbene mi aspettavi?
Piacere, sei mio.

– Sono 9 euro – mi fa lui, dando prova di inattesa pragmaticità.

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