#10annidiblog: come tutto ebbe inizio

“Certo che ora volendo ne hai di storie da scrivere”. Mi disse un giorno mio padre. Mi parlava da un letto di ospedale, si riferiva alle vicende che nel giro di pochi mesi ci avevano portato lì, a organizzare un addio.
No, tranquilli, questa non è una storia triste o strappalacrime. È la storia di come è nato questo blog, l’ho solo presa un po’ alla larga. Anzi, è la storia di come mi sono ritrovato ad avere un blog. A mia insaputa.
Torniamo a quei mesi del 2003. Frequentavo la rete ormai da qualche anno: forum, chat, icq. Conoscevo persone, costruivo legami, professionali e personali. Cambiavo nick, mi affezionavo ad altri alias. La rete mi piaceva. Mi piaceva scrivere e mi piaceva avere degli amici di penna. Di email. Esattamente come quando, anni prima, ero un adolescente timido che non si apriva con nessuno. Tranne che con gli amici di penna, di carta e penna. Ai tempi si trovavano le inserzioni sul Monello o l’Intrepido: mandavo per esempio le mie poesie a una ragazza di Ovada. E confidavo le mie pene d’amore per una compagna di scuola a una ragazza del Kansas, in un inglese ridicolo. Da come sto saltando nel tempo, raccontandolo ora, la storia di come è nato questo blog sembra essere iniziata molto prima di quanto pensassi io stesso. E in fondo è davvero così.  E una volta di più è mettendomi a scrivere che capisco tutti gli snodi.
Che differenza c’è tra la lettera con le pene d’amore mandata in Kansas nel 1983 e l’email mandata a MissP dopo la morte di mio padre? Pochissima.

Quando mio padre se ne andò, eravamo soli, io e lui. Qualche giorno dopo scrissi una cosa breve, su di lui e su quel momento. Mi resi conto subito che era una cosa così preziosa e così personale che non volevo e non potevo farla leggere a nessuno. Nemmeno ai miei familiari, non in quel momento. Non a nessuno che mi conosceva davvero, ma a persone mai incontrate e che eppure mi conoscevano, a loro sì. C’erano tre persone online con cui mi confidavo allora. Mandai tre email uguali, con quelle 15 righe sul babbo. Due persone mi risposero a tono, da amici, abbracciandomi. La terza era MissP: lei mi scrisse che non dovevo mai perdere le parole: queste e quelle che sarebbero seguite. E che quindi dovevo aprire un blog. Pensai che forse aveva ragione e iniziai a indecidermi. Sì, proprio così, nel senso che mi incartai. Mi piaceva l’idea ma non avevo il coraggio di partire: tentennavo e rimandavo. MissP non perse tempo. Mi aprì un blog su Splinder e mi diede le chiavi in mano, user e pssw. Io non avevo più scuse e iniziai. Non era esattamente questo blog, ma quasi, e comunque fu il mio primo blog.
“L’ho chiamato pensieriamatita. Così semmai poi li puoi cancellare” mi scrisse MissP.
Pensieri a matita visse un paio di mesi. Poi nacque Burp e infine Zioburp.

MissP non l’ho mai incontrata. Da anni, non ho più neppure un suo contatto. Tutta la nostra corrispondenza morì dentro una vecchia hotmail. Non so neppure se si ricorda cosa è accaduto qui, a me, grazie a lei.
Ecco se stai leggendo queste righe, cara MissP, grazie di aver insistito, grazie di tutto, 10 anni dopo.

 

 

4 Comments on “#10annidiblog: come tutto ebbe inizio

  1. spero che MissP legga, sarebbe molto felice. Le siamo tutti grati per questi 10 anni 🙂

  2. “MissP” ha letto.

    E sorride.
    Persa nel ricordo.

    Grazie,
    Per le tue parole.
    Per non aver dimenticato.

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